• AAVV: Il setting. L’Approccio Relazionale in Neuropsichiatria Infantile

    Autori: AAVV
    Titolo: Il setting. L’approccio relazionale in Neuropsichiatria Infantile
    Editore: Edizioni Borla, Roma, 1985

    Libro Psicologia: Il settingIl testo è una raccolta di contributi prodotti in occasione del secondo corso residenziale sull’approccio relazionale in Neuropsichiatria Infantile organizzato dalla SINPI (Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile ) al Ciocco di Castelvecchio Pascoli (Lucca) dal 10 al 13 maggio 1984.

    La prima parte del volume è costituita dai testi delle conferenze magistrali tenute da Giovanni Hautmann, Anne Alvarez, Andrea Giannakoulas, Adriano Giannotti e Tommaso Senise, mentre la seconda parte comprende l’esposizione e la discussione di numerosi casi clinici in carica alle equipes coordinate da M. Balconi, M. Bertolini, C. Del Carlo Giannini, L Di Cagno, A. Giannotti e C. Ricciardini.

    Premessa fondamentale dell’opera, di impronta psicoanalitica, è una definizione di setting che, accanto agli aspetti normativi costituiti dalla frequenza delle sedute, la durata, la posizione sdraiata o seduta, i pagamenti, prenda in considerazione soprattutto lo spazio mentale, l’atteggiamento interno di recettività dell’analista che funga da contenitore per il dispiegamento del mondo interno del paziente e che contemporaneamente garantisca una distanza che impedisca l’assorbimento nell’universo fantasmatico da un lato o la cattura in una relazione realistica distorta dall’altro.

    Nello specifico i contributi espongono un setting individuale in cui il bambino ha appuntamenti a orari regolari, si trova in una stanza con giocattoli semplici (piccoli animali, personaggi umani, materiale da disegno, plastilina) e non tanto grossi da essere usati come oggetti contundenti, e protetta da intrusioni da parte del telefono e di altri bambini.

    E’ importante sottolineare come la neutralità dell’analista, condizione ritenuta necessaria al setting analitico, venga intesa da diversi studiosi in modo più elastico, soprattutto nei casi di grave patologia, con un’attenzione maggiore all’empatia, alla sensibilità affettiva e percettiva.

    Le riflessioni sul setting, corredate di casi clinici esemplificativi, riguardano non solo la fase diagnostica ma anche quella psicoterapeutica, con pazienti sia adolescenti che bambini.

    Opinione condivisa è rappresentata dal fatto che comunque per qualsiasi tipo di intervento rivolto al minore è essenziale il coinvolgimento della famiglia che può assumere forme diverse, dagli incontri di supporto ai genitori parallelamente alla terapia individuale del bambino, alla psicoterapia della coppia genitoriale o se non possibile dei genitori individualmente, fino a situazioni di setting comune madre-bambino nei casi di patologie autistiche.

    E’ preferibile che interventi di questo genere con i genitori siano gestiti da terapeuti diversi per salvaguardare la relazione con il minore.

    Recensione a cura della Dott.ssa Tamara Agosti . © studio-psicologia.com